martedì 24 febbraio 2009

Giacinto Coldani (2)

Ecco la seconda puntata della biografia del canonico Giacinto Coldani (1696-1752).

Nel 1717, dopo un silenzio quasi decennale (dovuto sicuramente alla lacunosità delle nostre fonti), la famiglia Coldani riappare negli Stati d'anime come residente alla Rampina. Rispetto alla precedente notizia del 1708, mancano Antonio e Francesca (morti? sposati?), ma è presente l'ultimogenita Lucia. La famiglia è ancora registrata alla Rampina dal 1718 al 1721, ma nell'ultimo anno non compaiono più Giacinto e Angela Francesca. (Per la segnalazione di questi Stati d'anime ringrazio Doretta Vignoli.)

Allo stato attuale delle ricerche non siamo in grado di precisare il curriculum scolastico del Coldani né quando e come maturò la sua vocazione ecclesiastica.

A quei tempi il seminario costituiva la strada per il sacerdozio solo per una minoranza degli aspiranti. Molti chierici compivano gli studi in collegi o scuole di religiosi, o trasferendosi in casa di un sacerdote già esperto. La curia arcivescovile verificava la maturità dei candidati prima di ammetterli agli ordini e concedeva la licenza di celebrare messe, amministrare i sacramenti e tenere scuola, secondo le regole fissate dalla legislazione diocesana. (Per le notizie sul reclutamento del clero secolare nel XVIII secolo ringrazio l'amico Marco Gerosa, che mi ha indirizzato a un saggio di Danilo Zardin.)

Il Coldani probabilmente non frequentò il seminario. I registri delle ordinazioni, conservati nell'Archivio storico della diocesi di Milano, indicano esplicitamente la provenienza di un candidato dai seminari diocesani, ma per il Nostro è indicata solo l'appartenenza alla prepositura di Melegnano o, più genericamente, alla diocesi di Milano.

Il 16 dicembre del 1718 il Coldani ricevette la tonsura; il 23 febbraio 1720 gli ordini minori; il 21 settembre dello stesso anno il suddiaconato; il 21 dicembre il diaconato. L'8 marzo 1721 finalmente venne ordinato sacerdote.

In vista dell'ordinazione al suddiaconato veniva predisposto dalla Cancelleria arcivescovile un fascicolo personale, che documentasse i titoli posseduti dal candidato. Da questo fascicolo traiamo alcune informazioni.

Il chierico Giacinto Coldani risulta residente in Milano, nella parrocchia di San Calimero. Ha i titoli morali richiesti: si è confessato e comunicato nell'anno 1720 due volte al mese, ha svolto nella chiesa di San Calimero "le sue fontioni ecclesiastiche in habito clericale, con la cotta e chierica", partecipando "alla Santa Messa e Vesperi" "e si è diportato laudabilmente". E finalmente veniamo a sapere quali scuole stava frequentando: "Scuola di Lettere. Et è venuto di continuo alla Scuola nostra, dove ha atteso a imparare, e si è diportato costumatamente", firmato "D. Massimiliano Butio, Chierico Regolare di S. Paolo, Maestro d'Humanità nelle Scuole di S. Alessandro". Il Coldani dunque frequentava le scuole tenute dai Barnabiti presso la chiesa di Sant'Alessandro di Milano.

Per essere ordinato era anche necessario che il candidato dimostrasse di avere benefici ecclesiastici sufficienti al proprio mantenimento, eventualmente integrati con parte del proprio patrimonio. Il Coldani aveva ottenuto due benefici ecclesiastici: uno era un "titolo vitalizio di messe sessantotto da celebrarsi all'altare di San Theodoro nella chiesa parochiale di San Satiro" di Milano, alle quali era tenuto il marchese Cesare Brivio; il secondo era un "altro titolo di messe cento e settanta, per la celebratione delle quali" erano "obligati il Priore e Scuolari dell'Oratorio di Vizzolo, membro della Chiesa Prepositurale di Melegnano". Da apposita perizia la rendita dei due vitalizi risultava complessivamente di 257 lire e mezzo, ritenute insufficienti. Per poter essere ordinato, il Coldani aveva aggiunto alcuni beni propri, portando la rendita annua complessiva a 496 lire e mezzo.

Nuova notizia nel 1728. Nell'elenco dei cappellani dipendenti dal vicariato di Melegnano per motivo di beneficio o di residenza troviamo il Coldani: risiedeva a Milano, per ragioni di studio, e si faceva dire le messe nella chiesa di Vizzolo dai frati Serviti di Melegnano. Quali scuole ancora stesse frequentando nel 1728 non sappiamo.

(continua...)